Il nuraghe Alvu di Pozzomaggiore non manca di sorprendere il visitatore per alcune sue peculiarità. A dispetto del suo nome, peraltro già noto in altre torri come l'Alvu di Nulvi, il nuraghe è caratterizzato da una torre principale bicroma. Partendo dal basso e fino a otto filari la pietra usata è di basalto scuro, più o meno sbozzata. Dal nono filare la pietra è di calcare bianco, più accurata nel taglio dei conci che diventano di minori dimensioni man mano che si sale in altezza. Due torri ben definite in planimetria lo farebbero classificare tra quella tipologia ad addizione frontale, il cortile racchiuso fino alla torre principale risulta diviso in altri piccoli vani forse risultato di modifiche posteriori anche in antico. La torre principale riserva però altre sorprese. Al corridoio di ingresso si trova una grande nicchia a sinistra, subito di fronte la scala a destra, molto ripida con alti gradini. L'ogiva di accesso è monumentale, il primo tratto con filari che chiudono in aggetto, il tratto affacciato all'interno della tholos chiuso a lastroni orizzontali. La tholos ha un diametro di notevoli dimensioni con due nicchie laterali contrapposte, quella di sinistra sopraelevata di un filare dalla base. Sul pavimento, allineati al corridoio di accesso, si trovano un bel focolare composto da sette conci a cuneo, e un pozzo d'acqua profondo a occhio tra i due e i tre metri. La parte sommitale del pozzo è formata da quattro filari di pietre calcaree di piccole dimensioni. Il pozzo trova diversi riscontri, con il Santu Antine che recentemente ne ha restituito uno nel corridoio anulare, oltre quelli del cortile e della torre "D". Ricordimao poi i pozzi del Su Nuraxi - Barumini, Sa Mandra 'e Sa Jua - Ozieri, Miuddu - Birori, Is Paras - Isili. Molto interessante poi il focolare, del tutto simile a quelli che si trovano in numerose capanne di villaggi nuragici, ricordiamo ad esempio Romanzesu - Bitti, Appiu - Villanova Monteleone, Iloi - Sedilo. L'attenzione però delle similitudini ci riporta al focolare della torre centrale del Funtana - Ittireddu, anch'esso formato da sette conci, oppure a quello o quelli non più conservati del Santa Barbara - Villanova Truschedu, uno nella torre più antica, l'altro nella torre minore. Se pensiamo all'esempio più interessante di focolare, nella capanna cosidetta delle riunioni, nel complesso del Palmavera - Alghero, dotato di betilo-torre, allora potremmo azzardare che anche in tutti gli altri focolari citati forse ci poteva essere il betilo-torre per un eventuale culto che si poteva svolgere sia nelle torri che nelle capanne. Chissà che in futuro lo scavo di torri ancora interrate e coperte di crolli, ci possa fornire ulteriori elementi utili a schiarire i lati ancora oscuri sulla destinazione d'uso delle torri e i culti che gli antenati sardi svolgevano alla loro ombra.
http://www.neroargento.com/page_galle/alvupozzo_gallery.htm
http://www.neroargento.com/page_galle/funtana_gallery.htm
http://www.neroargento.com/page_galle/sbarbarat_gallery.htm
http://www.neroargento.com/page_galle/palmavera_gallery.htm
http://www.neroargento.com/page_galle/romanzesu_gallery.htm
http://www.neroargento.com/page_main/nuraghi.htm
venerdì 18 marzo 2011
Nuraghe Alvu - Pozzomaggiore (SS)
Etichette: storia, archeologia, sardegna, nuraghi
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