venerdì 18 marzo 2011

Nuraghe Alvu - Pozzomaggiore (SS)

Il nuraghe Alvu di Pozzomaggiore non manca di sorprendere il visitatore per alcune sue peculiarità. A dispetto del suo nome, peraltro già noto in altre torri come l'Alvu di Nulvi, il nuraghe è caratterizzato da una torre principale bicroma. Partendo dal basso e fino a otto filari la pietra usata è di basalto scuro, più o meno sbozzata. Dal nono filare la pietra è di calcare bianco, più accurata nel taglio dei conci che diventano di minori dimensioni man mano che si sale in altezza. Due torri ben definite in planimetria lo farebbero classificare tra quella tipologia ad addizione frontale, il cortile racchiuso fino alla torre principale risulta diviso in altri piccoli vani forse risultato di modifiche posteriori anche in antico. La torre principale riserva però altre sorprese. Al corridoio di ingresso si trova una grande nicchia a sinistra, subito di fronte la scala a destra, molto ripida con alti gradini. L'ogiva di accesso è monumentale, il primo tratto con filari che chiudono in aggetto, il tratto affacciato all'interno della tholos chiuso a lastroni orizzontali. La tholos ha un diametro di notevoli dimensioni con due nicchie laterali contrapposte, quella di sinistra sopraelevata di un filare dalla base. Sul pavimento, allineati al corridoio di accesso, si trovano un bel focolare composto da sette conci a cuneo, e un pozzo d'acqua profondo a occhio tra i due e i tre metri. La parte sommitale del pozzo è formata da quattro filari di pietre calcaree di piccole dimensioni. Il pozzo trova diversi riscontri, con il Santu Antine che recentemente ne ha restituito uno nel corridoio anulare, oltre quelli del cortile e della torre "D". Ricordimao poi i pozzi del Su Nuraxi - Barumini, Sa Mandra 'e Sa Jua - Ozieri, Miuddu - Birori, Is Paras - Isili. Molto interessante poi il focolare, del tutto simile a quelli che si trovano in numerose capanne di villaggi nuragici, ricordiamo ad esempio Romanzesu - Bitti, Appiu - Villanova Monteleone, Iloi - Sedilo. L'attenzione però delle similitudini ci riporta al focolare della torre centrale del Funtana - Ittireddu, anch'esso formato da sette conci, oppure a quello o quelli non più conservati del Santa Barbara - Villanova Truschedu, uno nella torre più antica, l'altro nella torre minore. Se pensiamo all'esempio più interessante di focolare, nella capanna cosidetta delle riunioni, nel complesso del Palmavera - Alghero, dotato di betilo-torre, allora potremmo azzardare che anche in tutti gli altri focolari citati forse ci poteva essere il betilo-torre per un eventuale culto che si poteva svolgere sia nelle torri che nelle capanne. Chissà che in futuro lo scavo di torri ancora interrate e coperte di crolli, ci possa fornire ulteriori elementi utili a schiarire i lati ancora oscuri sulla destinazione d'uso delle torri e i culti che gli antenati sardi svolgevano alla loro ombra.

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domenica 20 febbraio 2011

Tomba a prospetto architettonico Molafà - Sassari

Continua il viaggio nelle caratteristiche sepolture diffuse nel sassarese. Le tombe a prospetto architettonico riportano, scavate nella roccia, le caratteristiche principali delle sepolture tipiche dell'età nuragica, le tombe di giganti. Troviamo infatti in esse la stele centinata tipica, l'esedra di forma semicircolare, spesso i tre incavi sulla stele per ospitare piccoli betili, come anche si usava fare nelle tombe di giganti a filari sui conci a dentelli. Quella di Molafà, alle porte di Sassari, trova usuali riscontri con gli altri esempi già trattati, Sas Puntas - Tissi, la tomba IX di Sos Furrighesos - Anela, le tombe II,IV,V,VI di Ittiari - Osilo, Campu Lontanu - Florinas, Brunuzzu - Ossi, solo per citarne alcune. Oltre alla stele e l'esedra, abbiamo un corpo tombale scavato interamente nella roccia, dove spesso venivano ricavate grandi nicchie ai lati, e caratterizzato da una considerevole ampiezza. In genere le tombe a prospetto architettonico vengono ottenute riadattando precedenti Domus de Janas, come dimostrato dalla loro presenza in necropoli in cui si possono trovare i due tipi di sepolture, come nei casi citati prima. Singolare però rimane l'esempio di Campu Lontanu - Florinas, in cui la tomba a prospetto è ricavata in un unico bancone calcareo isolato e poggiato sul piano di campagna. Qui sarebbe interessante stabilire se la sepoltura vuole essere un segno di arrivo in cui non si edificano più sepolture in roccia come da prassi prenuragica dando poi il via alle tombe di giganti edificate completamente poggiando e lavorando pietre senza escavazioni, oppure se anche qui si è sfruttata una precedente domus isolata. Resta comunque interessante come nel sassarese vi sia stata questa particolare diffusione di sepolture che non trova riscontri in tutta l'isola, come invece accade per le domus e le tombe di giganti diffuse invece in maniera abbastanza omogenea in tutta la Sardegna.

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domenica 13 febbraio 2011

Necropoli Sa Figu - Ittiri (SS)

La necropoli di Sa Figu - Ittiri offre al visitatore interessanti spunti di riflessione, in un ambito cronologico che copre il prenuragico e il nuragico, nei loro elementi edificativi più rappresentativi. L'ambito funerario prenuragico è ben rappresentato dalla necropoli a Domus de Janas in numero di dieci sepolture. L'ubicazione posta al margine dell'altopiano di Coros, ad una altezza di 400 m s.l.m., è affacciata alla valle sottostante, mantenendo quindi una costante presente nella posizione di parecchie necropoli a Domus de Janas. Immediatamente successivo vediamo l'edificazione poi del circolo megalitico, ospitato su un lembo di roccia calcarea che si mostra maestoso già quando si intravede nella collina sottostante. Subentra poi la fase nuragica, il nuraghe è presente, ora molto rovinato e che forse nasconde una struttura a protonuraghe, ma sono le sepolture che vedono il riutilizzo delle domus fino a renderle delle imitazioni delle ben note tombe di giganti in uso al tempo dei nuraghes. Buona parte delle domus vengono trasformate,rese quasi irriconoscibili, come nella monumentale tomba IV, forse la più imponente tra le tombe a prospetto architettonico, con un tumulo lungo quasi nove metri. La tomba II poi, in cui ancora si distinguono la stele residua, gli ortostati e il bancone sedile lungo l'esedra, tutti elementi addossati alla roccia in cui era scavata la domus. Una concentrazione così significativa di domus a prospetto, l'abbiamo già trattata quando parlammo della necropoli di Ittiari - Osilo, a conferma che oltre i ben noti casi isolati di tombe a prospetto come Sas Puntas - Tissi, Campu Lontanu - Florinas, questa modalità edificativa caratteristica del sassarese era tenuta in alta considerazione anche per necropoli a domus composte da più sepolture.

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domenica 6 febbraio 2011

Nuraghe Oes - Giave (SS)

Il nuraghe Oes gode purtroppo di un destino meno fortunato del suo vicino e ben più noto nuraghe Santu Antine di Torralba. Non si vuole ovviamente azzardare un confronto con Sa Domo de su Re, probabilmente il massimo esempio dell'architettura nuragica. Si vuole in questa sede, porre l'attenzione sul particolare costruttivo dell'Oes. In pianta si nota l'aggiunta di due torri, ma forse tre, che racchiudono un cortile quadrangolare affacciato sulla più imponente torre principale. Proprio la torre principale, benchè invasa dal crollo almeno per tutta la camera basale, ci mostra la presenza di riseghe o scarpe anulari che dovevano probabilmente reggere dei soppalchi lignei al posto delle ben più usuali coperture a tholos. Il crollo potrebbe essere il risultato del cedimento forse dell'unica tholos che copriva nel suo punto più alto la torre che si conserva ancora per due piani oltre quello di base. Superfluo diventa soffermarsi sulla capacità dei nuragici nella lavorazione del legno, eredità tramandata dal popolo che li ha preceduti, maestri nella costruzione di case/capanne come mostrato dalle imitazioni di queste scolpite nelle sepolture a Domus de Janas. La visita recente mi ha confortato nel constatare che il nuraghe adesso è facilmente raggiungibile da un percorso con sentiero delimitato da eleganti muri a secco in pietra basaltica locale, risparmiato nella campagna. Chissà se sia il miglior auspicio per una futura valorizzazione e messa in sicurezza.

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martedì 1 febbraio 2011

Domus de Janas Museddu e Tennero - Cheremule (SS)

Le necropoli a Domus de Janas di Museddu e Tennero di Cheremule si fanno notare per l'alto numero di sepolture ricavate sulla roccia calcarea. Ad esse si aggiungerà in seguito la necropoli di Mattarigotza, nei loro pressi, in attesa di acquisizione e valorizzazione. A Museddu di particolare rilievo la Tomba della Cava, rimaneggiata in epoca vandalica e bizantina, che mostra incisa vicino al suo ingresso una scena di rito funebre. Interessante anche notare i loculi ricavati sul tavolato in epoca bizantina, oltre che all'interno della stessa Tomba della Cava. La tomba invece di Sa Presone pone in risalto il riutilizzo dei sepolcri come impianti di vinificazione in eopoca romana. Tennero deve la sua fama alla Tomba Branca, dove si ritrovano degli straordinari Petroglifi incisi risalenti al III millennio a.C. Un interessante parco archeologico valorizzato che si va ad aggiungere al vasto patrimonio culturale sardo.
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mercoledì 26 gennaio 2011

Villaggio nuragico Sa Mandra ' e Sa Giua - Ossi (SS)

Il villaggio Sa Mandra 'e Sa Giua di Ossi si trova inglobato tra le case nel moderno quartiere di Litterai. Le costruzioni attorno non ne permettono una facile lettura e ne ricordano la sua travagliata storia. Gli scavi hanno restituito una cospicua quantità di bronzi, fondi di fusione in rame, bronzo e ferro, asce a margini rialzati e una figura di Capo Tribù all'interno del nuraghe, frammenti di lingotti ox-hide. Tali ritrovamenti devono avere un profondo legame con una struttura adibita a fornace, ma più sentito è il rapporto che devono avere con la bella capanna circolare in struttura isodoma restituita dallo scavo alla fine degli anni 70'. In prossimità dei conci di contorno al sedile circolare è presente una grossa vasca anch'essa semicircolare. Tale capanna presenta forti analogie con la capanna cultuale di Sa Sedda 'e Sos Carros - Oliena, sebbene manchi di buona parte dell'alzato e non sia provvista di bacile al centro come anche nella bella capanna del villaggio di Su Nuraxi - Barumini. L'esempio di Oliena è uno dei più significativi a mostrare la forte valenza cultuale del sito, anche qui ad Ossi visti i ritrovamenti dei bronzi e le analogie costruttive, possiamo azzardare la presenza di un importante centro cultuale di fine epoca nuragica.
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venerdì 21 gennaio 2011

Necropoli ipogeica Montalè - Sassari

La necropoli prenuragica di Montalè comprende diversi ipogei scavati nella roccia calcarea. L'ipogeo accessibile e più importante, presenta una camera principale con al centro un grosso pilastro, attorno alla quale si trovano altri sei vani. Molto belle e di notevole fattura sono le decorazioni presenti nella camera principale. Oltre ad esservi scolpite cornici e lesene, su tutte le pareti troviamo delle belle protomi taurine in numero di sei, oltre un interessante corno taurino a barca posto sopra un portello di uno dei vani secondari. Le protomi trovano riscontri con quelle già viste per la Domus dell'Elefante - Castelsardo (SS) o anche nelle Domus del Beneficio Parrocchiale - Sennori (SS).

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Bibliografia - Le Domus de Janas della Nurra - Giovanni Maria Demartis - Imago Media Editrice 2000

martedì 11 gennaio 2011

Nuraghe Majore - Ittiri (SS)

Il nuraghe Majore di Ittiri ad un primo sguardo appare come tanti altri nuraghi sardi. Una torre principale che si conserva ancora per circa una quindicina di metri, a cui si aggiunge un'altra torre residua ancora per pochi filari. Lo schema farebbe supporre ad una tipologia cosiddetta a tancato, seppur la notevole mole di crollo che circonda la planimetria ne rende difficile la lettura. Si può portare ad esempio il bel nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu. Attorno al Majore si possono distinguere anche tracce di un villaggio. La parte più interessante del nuraghe è racchiusa all'interno della torre secondaria. Vi si trovano infatti i resti di una struttura in raffinata opera isodoma, in forma circolare, che trova riscontri con altre strutture simili nell'ambito dei ben noti pozzi sacri nuragici. Il taglio delle pietre presenta i classici incavi per le grappe in piombo, visibile nei vari conci sparsi tra le pietre di crollo, si rilevano inoltre conci a "T" con faccia curva del tutto simili a quelli di Monte Sant'Antonio - Siligo, della rotonda di Punta Unossi - Florinas, del pozzo Serra Niedda - Sorso. Altro aspetto rilevante sta nel fatto che il Majore potremmo azzardare a confrontarlo con il ben più noto nuraghe Nurdole di Orani. In questo sito abbiamo un chiaro esempio di nuraghe convertito in luogo sacro con l'edificazione di una fonte-vasca collegate da un sistema canalizzato in trachite dove scorreva l'acqua. Purtroppo lo strato di crollo del Majore non permette una facile lettura a ridosso della struttura circolare, ma quel poco che si vede ci può prudentemente fare considerare il sito quasi come un fratello minore del più noto Nurdole.